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I 💙 Stan Smith


“Sono un giocatore di tennis, ma un sacco di persone pensano
 che io sia una scarpa.” – Stan Smith

 

 

Conoscete la storia di una delle più iconiche sneaker degli ultimi 50 anni?
Scopriamo insieme come sono nate le Adidas Stan Smith.

Sapete qual è il grande dettaglio che differenzia le adidas Stan Smith da tutte le altre release del brand? Anche se ogni modello è a sé, con caratteristiche particolari che rendono ogni scarpa adidas unica nel suo genere, c’è una cosa che lega tutti i modelli partoriti dal brand americano fino a oggi: le tre strisce iconiche che ne rappresentano il marchio.

 

 

Eppure, sulle Stan Smith questo particolare non è presente: le strisce sono diventate delle righe di perforazione che riprendono sempre il mood del logo. C’è una ragione che giustifica questa scelta stilistica mantenuta poi negli anni su tutte le successive release: quando, nel 1971, il tennista Stan Smith indossò per le prima volta la scarpa che il brand gli aveva dedicato, queste già si differenziavano, brillando di luce propria, dall’intero catalogo di sneakers adidas, grazie a questo particolare.

In realtà le Stan Smith non nascono con questo nome: nel 1963 il modello era già uscito, intitolato a un altro tennista, Haillet. Al suo ritiro mantennero i nomi di entrambi i campioni sulla linguetta, fino a diventare univocamente di Smith nel 1971 e fino ai giorni nostri. Nel 2011 guadagnano anche la faccia dello sportivo sulla linguetta, rendendole ancora più cult e pop.

 

 

Negli anni novanta la Stan Smith è diventata un’icona per i giovani di tutto il mondo. Il sito Complex le ha inserite nella classifica”Sneaker più influenti della storia” al 14 posto. Sono diventate un modello di riferimento che, pur rinnovandosi anno dopo anno, collezione dopo collezione, mantengono l’aurea originaria.

Il mormorio provocato dalle star, il mondo della moda, le celebri collaborazioni, e la reputazione della cultura street ha consacrato il modello di scarpa. Ma le Stan Smith non avrebbero ottenuto tutto questo successo se non fossero state un oggetto che riesce a mantenere con costanza la sua forza seduttiva. La sua levigata punta bianca, il tocco preppy della linguetta verde. C’è un certa purezza di forma, così come per altre forme classiche.

 

 

Forse ad oggi potremmo definirla “la” scarpa rivoluzionaria…sotto il jeans, sotto i chinos, sotto gli shorts, sotto addirittura gli abiti: questa tipologia di scarpa ha dell’incredibile.. Parliamo di rivoluzione perché prima di allora nessuna scarpa da tennis era fabbricata interamente in pelle; la tela era il materiale più in voga per la costruzione della scarpa. Un modello che mira sin da subito alla sobrietà: si comunica eleganza e purezza attraverso il bianco evitando le tre strisce che enfatizzano la presenza del brand e sostituendole con le tre file di fori che ne permettono l’aerazione.

Sono state vendute circa 30 milioni di scarpe: totalmente trasversali e democratiche oggi per le strade se ne vedono di tutti i tipi perché con il sopraggiungere ciclico della moda si sono susseguiti vari modelli ovviamente senza mai alterare la forma originale ma giocando su diversi colori e tessuti, creando anche modelli in Limited Edition anche molto costosi rispetto alle classiche.

Fonti:

AW Lab
Frank Gallucci

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